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Bormio, 20/4/2024


 

“ Storia della capanna Cedech „



L’attuale rifugio Pizzini - Frattola, conosciuto al tempo con il nome di Capanna Cedech, fu al centro di numerosi combattimenti nel corso della prima guerra mondiale.

Onde evitare possibili incursioni del nemico era costantemente presidiato ed occupato dagli alpini della 113esima compagnia del Battaglion Tirano che non disponevano nè di cannoni né mitragliatrici: erano armati, nella difesa della loro postazione, solamente di fucili e di bombe a mano.

Gli austriaci nonostante tentarono in più occasioni di compiere delle azioni di disturbo in quella zona, utilizzando come base di partenza il loro avamposto sul Monte Vioz, non ebbero mai successo.

Per contrastare queste continue incursioni il comando italiano decise pertanto di attaccare le postazioni austriache che si trovavano sul Passo Cevedale. Lo scopo era quello di riuscire a bombardare con un cannone trasportato in quota l’Hallesche Hutte e la Schaubau Hutte da cui partivano le numerose offensive nemiche.

Si diede il via alle operazioni nella notte tra il 19 e il 20 settembre 1915: otto uomini più un ufficiale partirono dall’Albergo Forni trainando dietro di se il cannone adagiato su delle slitte.

Risalirono con estrema fatica il Ghiacciaio di Cedech e, dopo aver oltrepassato e scalato la cresta dello Schrotterhorn, si appostarono proprio in fronte alle posizioni austriache della Cima di Solda.

Gli austriaci, colti di sorpresa dall’iniziativa italiana, lasciarono sul campo una decina di soldati ma si riorganizzarono prontamente facendo giungere velocemente dei rinforzi grazie ai quali fecero fuoco con i loro fucili sulla colonna di italiani che, nel frattempo, stava tentando di raggiungere il Passo Zebrù attraverso il ghiacciaio.

I nostri alpini, nonostante fossero bersagliati dalle fucilate, riuscirono comunque a raggiungere una postazione ottimale e cominciarono a cannoneggiare colpendo le trincee e i baraccamenti degli Imperiali. Gli spari da entrambe le parti continuarono per tutta la giornata finchè gli italiani non vennero chiamati a ridiscendere a valle.

Gli austriaci, per vendicarsi di quest’ardita azione italiana, presero subito di mira la Capanna Cedech. Riorganizzatisi in brevissimo tempo, dopo soli tre giorni, passarono al contrattacco che scatto nella notte del 23 settembre.

Oltre cento austriaci scesero dal Passo Cevedale coperti dal fuoco amico dei cannoni. Troppo esigui ed allo scoperto i venti uomini a presidio della Capanna Cedech dovettero immediatamente ritirarsi.

Nel frattempo, con azioni distinte attraverso la Val Rosole, gli austriaci attaccavano anche la Capanna Milano e l’Albergo Forni per impedire che gli italiani potessero inviare dei rinforzi.

Del tutto indisturbati quindi gli austriaci fecero irruzione nella Capanna ormai abbandonata e, piazzate le scatole di gelatina, la fecero saltare in aria distruggendola completamente.

Verso sera gli austriaci ritornarono alle loro postazioni sul Passo Cevedale e gli italiani poterono ritornare alla Capanna Cedech di cui ormai restavano solamente i ruderi.



I Rifugi dell'Alta Valtellina:

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