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Bormio, 6/10/2024


 

“ Il Quadrilatero degli Alberti a Bormio „



La zona di Bormio ricompresa tra Via Alberti, Via al Castello e Via Ripa, posta subito a ridosso della Piazza delle Kuerc in direzione del Palazzo De Simoni, era meglio nota come "Quadrilatero degli Alberti".

Questo complesso di edifici e palazzi erano un tempo tutti di proprietà della nobile famiglia bormina degli Alberti e costituivano una sorta di contrada fortificata risalente al XIII secolo.

Nonostante la distruzione portate dalle invasioni e i numerosi incendi che ci furono in passato è ancora oggi possibile vedere alcuni piccoli scorci di questo sistema difensivo che, oltre agli edifici, era composto anche da torrioni e mura merlate.

Anche la torre civica, che a quel tempo apparteneva alla nobile famiglia, faceva parte integrante del sistema difensivo del Quadrilatero.

Le torri che vi erano presenti in passato, di cui oggi restano solo alcune tracce, presentavano le tipiche feritoie a croce da dove venivano posizionati i balestrieri.

Quasi tutti questi edifici presentavano sulle loro facciate gli stemmi araldici della famiglia Alberti o delle famiglie che, tramite matrimonio, avevano stretto alleanza con loro.

Resta visibile quello della piccola cappella privata su cui si scorge ancora lo stemma gentilizio, rappresentato da due leoni rampanti rossi in campo bianco.

In questa zona risiedeva la stirpe degli Alberti, diretti discendenti di Compagnone Alberti, detto Zanterius, che visse agli inizi del XIV secolo.

Già all’interno del Liber Stratarum nel 1304, risulta che tutta l’area del quadrilatero, definita allora quale zona “supra piazza mastra”, fosse di proprietà di Grasso Alberti, padre di Compagnone.

Si ritiene che questo complesso di edifici appartenesse inizialmente alla famiglia dei Von Matsch, signori feudali investiti della carica dal Vescovo di Coira, e che, successivamente alle vicende storiche che determinarono il cambiamento dei domini, vennero acquisiti dagli Alberti.

Nel corso dei secoli questi palazzi ebbero il privilegio di ospitare a Bormio numerose personalità dell’epoca tra cui l'imperatore Massimiliano nel 1496.



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