“ La prima volta del Giro d'Italia sul Gavia „Il 1960 è un anno particolare per il ciclismo italiano: l’improvvisa morte di Fausto Coppi ha lasciato un vuoto incolmabile in tantissimi appassionati del pedale.
C’è grande attesa per vedere chi sarà in grado di raccogliere l’eredità del Campionissimo nella 43esima edizione del Giro d’Italia che, per la prima volta, vedrà i corridori confrontarsi con le asperità del Passo Gavia. Tra i favoriti per la vittoria finale i nomi più accreditati sono quelli di Fornara, Anquetil, Massignan e Gaul. Secondo pronostico, proprio uno di questi corridori, Anquetil, si presenta in rosa alla vigilia della tappa più attesa: la Trento-Bormio di 229 km. La strada che conduce al Passo Gavia è ancora in gran parte sterrata e gli Alpini lavorarano tutta la notte per liberare la sede stradale in vetta dall’abbondante neve che era caduta nei giorni precedenti. La tappa parte regolarmente e il gruppo procede ad andatura costante fino al Passo del Tonale, dove, dopo averlo svalicato, si giunge a Ponte di Legno dove inizia la temuta ascesa al Gavia. Pochi chilometri di salita e Massigna scatta solitario verso la cima dove transiterà da solo. Nella sua scia restano solamente Gaul, Nencini e Pambianco. La vetta è colma di tifosi che, pur di assistere i loro beniamini, hanno sfidato il freddo e la neve creando due ali di folla tra cui transitano i ciclisti. Massignan si butta nella picchiata verso il traguardo ma la malasorte è in agguato: viene fermato da ben due forature che permettono a Gaul di superarlo e involarsi verso lo striscione d’arrivo di Bormio, posto in via Santa Barbara. Massignan, in lacrime, si classifica al secondo posto. Poco dopo giunge anche Anquetil che, limitando i danni, riesce a conservare la maglia rosa che sarà sua fino alla fine del Giro. Argomenti correlati: Ciclismo: Altri passi: |
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