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Bormio, 4/12/2024


 

“ Storia del termalismo a Bormio „

Le acque termali di Bormio erano conosciute già in epoca preromanica.

L’ipotesi è confermata dal ritrovamento di un bassorilievo di fattura etrusca che fa ipotizzare la presenza di un tempio dedicato alle divinità che un tempo erano a protezione degli antichi stabilimenti balneari.



Il culto per le acque è testimoniato inoltre dalla presenza della Chiesa di San Martino in prossimità degli odierni Bagni Vecchi. La chiesa si ritiene sia stata edificata dove prima sorgeva un tempio pagano dedicato al "dio delle acque calde Bormo ".

Plinio il Vecchio, nella suo opera “Naturalis Historia” parla di “fontium plurimorum natura mira est fervore, idque etiam in iugis Alpium” riferendosi con tutta probabilità proprio alle acque termali di Bormio.

Nel corso del VI secolo il Re Teodato, in una sua lettera scritta da Cassiodoro, parla chiaramente di acquas burmias e indica già come le acque fossero conosciute per i loro effetti benefici e utilizzate per le cure.

Giovio (VIII-IX) descrive Bormio come una città famosa per le sue torri (se ne contavano ben 32) e per le sue sorgenti termali.

Infine, la testimonianza più prestigiosa è di Leonardo da Vinci che, in uno dei suoi numerosi viaggi, lasciò una traccia della ormai millenaria tradizione termale di Bormio: scrisse infatti in una sua opera “In cima alla Valtellina c’è Burmi. A Burmi sono i bagni.



Approfondimenti sul termalismo a Bormio :