Bormio - Escursioni - Val Viola 
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Bormio, 23/11/2024


 

“ La Val Viola nei pressi di Bormio „



Informazioni sulla Val Viola a 20 minuti da Bormio:

Caratteristiche della Valle

La Val Viola, itinerario di grande bellezza paesaggistica, è raggiungibile in auto presso la località Arnoga: l’imbocco si trova lungo la strada statale n. 301 che collega Bormio a Livigno.

Panorama della Val Viola

Di qui comincia la vallata dominata dalle montagne che fanno parte del gruppo della Cima Piazzi e della Corna di Campo: svettano infatti su di essa, in un ambiente naturale incontaminato, la Cima Piazzi (3.439 metri), la Cima Viola (3.374 metri) e la Cima Dosdé (3.280 metri).

Tutta la valle è infatti incastonata in una serie di cime, tutte oltre i tremila metri, che creano una cornice naturale che offre dei panorami mozzafiato rendendola veramente interessante soprattutto dal punto di vista paesaggistico.

E’ possibile compiere l’itinerario che attraversa la valle compierlo anche con la mountain bike.

Con tutta probabilità la Val Viola deve il suo nome ad un errore dei cartografi che, nell’ottocento, scambiarono il nome “Albiola” (derivante dal termine latino albus = bianco) con “Viola”che rimase.

Il versante bormino della Val Viola termina, dopo circa 11 km, con l’omonimo Passo il quale permette di dominare il panorama della Val Viola Poschiavina, in territorio elvetico.

Confluiscono in essa numerose altre vallate che permettono una serie infinita di possibili escursioni: oltre al menzionato Passo di Val Viola che consente di raggiungere la Val Viola Poschiavina (Val di Campo), lungo il suo percorso si trovano anche i sentieri che conducono al passo della Vallaccia che la collega alla Valle del Foscagno, al passo di Dosdé che sbocca nella Val d'Avedo e al passo di Verva che immette nella omonima valle collegata con la Val Grosina.

Il percorso è costellato di gruppi di tipiche baite montane interamente realizzate in pietra e legno: gli insediamenti più grandi e meglio conservati sono in località Dosso, Premoglio, Campo, Prato, Paluetta, Caprena, Stagimel, Caricc e Altumeira ove è ancora possibile vedere le abitazioni che venivano utilizzate dai contadini per trascorrere l’estate al pascolo con il bestiame e dedicarsi alla coltivazione del grano e soprattutto della segale, molto diffusa in questa zona.

La vegetazione della Val Viola è quella caratteristica degli ambienti montani d’alta quota: la flora è composta da colorati rododendri, profumate genziane, anemoni e numerosi fiori alpini.

Per quanto riguarda la fauna, oltre agli ungulati, la zona è popolata in maniera massiccia dalle marmotte, i cui sonori fischi echeggiano in tutta la valle.

La morfologia della Val Viola, orientata a Sud-Ovest, è quella tipica delle vallate alpine oggetto di erosione glaciale: è modellata da grandi ripiani a cui si alternano piccoli salti che immettono nuovamente in conche superiori molto ampie. L’origine della valle, dovuta al lento e inesorabile lavoro dei grandi ghiacciai che vi erano un tempo, è testimoniata anche dalle stratificazioni che si trovano sui suoi costoni e dalla conformazione e forma delle rocce che vi si trovano.

All’inizio della valle, all’incirca all’altezza in cui in essa confluisce la Val Verva, si origina il torrente omonimo che attraversa interamente la Valdidentro per poi immettersi nell’Adda.

Percorso a piedi o in mountain bike

Partendo da Arnoga ci si inoltra quasi subito in un fitto bosco d’abeti che accompagna per i primi due chilometri quasi interamente pianeggianti.

Si incontrano quindi lungo il cammino le baite di Premoglia, e, successivamente le baite di Campo (1938 m.), poste in una ampia radura.

Proseguendo dritti lungo la strada che corre lungo i prati a mezza costa, superato un piccolo torrente in località Stagimel, si rientra nuovamente nel bosco. Presso le baite di Palueta, sulla sinistra, parte il percorso che porta alla Val Verva, mentre, poco innanzi, sulla destra, parte il sentiero che conduce all’Alpe Funera e al Passo della Vallaccia.

Ignorata queste deviazioni, si prosegue ancora dritti, e, superato l’ampio parcheggio si scavalca un piccolo ponte che permette di oltrepassare un torrente.

Il panorama da qui in poi è molto più ampio in quanto la vallata, molto stretta in principio, si allarga maggiormente. Anche il paesaggio muta: la vegetazione si fa sempre più rada lasciando il posto alla tipica vegetazione dei pascoli alpini.

Continuando lungo la strada, dopo circa poco più di 5 km, all’altezza delle baite di Altumeria (2116 m.), località ove vi è anche un parcheggio, si incrocia la deviazione che permette di raggiungere la Val Cantone di Dosdé.

Proseguendo oltre, tra le pareti del Corno di Dosdè e le dorsali del Pizzo Bianco, si giunge quindi al rifugio Viola (2314 m.), dopo aver oltrepassato dall’alto un caratteristico laghetto alpino.

Il rifugio, in tempo di guerra adibito a caserma di confine, si trova sulle sponde di un altro piccolo laghetto nel quale si rispecchia.

Poco sopra il rifugio si trova il Passo della Val Viola che segna il confine con la Svizzera e mette in comunicazione con la Val Poschiavina.

Varianti il percorso.

Oltre al percorso sopra descritto che permette di attraversare tutta la Val Viola passando per le baite dell'Alpe Campo e di Altumeira e raggiungere il confine con la Svizzera, ci sono molti altri sentieri e vecchie mulattiere su entrambi i versanti della valle: come accennato infatti la Val Viola offre una serie di diramazioni, costituite da mulattiere e sentieri che si inerpicano sui suoi fianchi, che permettono di compiere numerosi altri itinerari.

Uno di questi è quello che passa per la Malga Funera, la Baita del Pastore e, attraversando il Passo della Vallaccia, permette di raggiungere Livigno.

Altro interessante itinerario si snoda nella Val Cantone di Dosdé, incastonata tra il Corno di Dosdé e la Cima Viola, al cui culmine si trova il Passo Dosdé attraverso il quale si può scendere nella Val d'Avedo. Altra possibilità ancora è quella di percorrere la Val Verva, costellata di numerosi piccoli laghetti alpini.