“ Gli impianti di sci di Bormio „I primi impianti di risalita nella zona di Bormio fecero la loro comparsa negli anni 30. Cominciavano allora ad affacciarsi in queste valli i primi turisti dediti allo sci che si unirono a quelli che già da qualche anno avevano cominciato a frequentare gli stabilimenti termali. La prima ad avere un pionieristico impianto fu Santa Caterina Valfurva, già conosciuta per le proprietà delle sue acque ferruginose e per le vette che la circondavano, meta ambita di numerosi alpinisti e escursionisti. Correva l’anno 1937 e in zona Plaghera venne posizionato un rudimentale impianto meccanico di risalita: la slittovia. La costruzione dell’impianto venne promossa da Battista Compagnoni, che gestiva un rifugio su quei terreni che sarebbero diventati, di lì a poco, i primi campi da sci. La slittovia, approntata dal teleferista Gervasio Coletti, aveva un funzionamento macchinoso simile a quello delle teleferiche utilizzate nei boschi per il carico del legname. Si basava infatti su un sistema di contrappesi che si muovevano caricando dei sassi a monte che facevano quindi girare la slitta. In seguito i contrappesi vennero sostituiti dai motori diesel. Nel frattempo anche Bormio cominciò a maturare l’idea di un impianto di risalita. Il primo progetto fu nel 1938 ad opera dell'architetto Clementino Clementi che ipotizzò di collegare Bormio al Vallecetta partendo dalla Capitania facendo una stazione intermedia in località San Pietro per poi giungere fino ai Laghetti. L’ingenioso progetto rimase però irrealizzato per via dei costi: ben un milione e mezzo di lire, cifra considerevole per allora. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale costrinse a rimandare il tutto fino al 1947: in quest’anno venne finalmente realizzato a Bormio il il primo impianto meccanico di risalita. Finirono in questo modo i tempi in cui l’unico modo per affrontare una discesa era quello di risalire il pendio con gli sci in spalla. La fine della guerra e il crescente numero di appassionati allo sci diedero in questo periodo l’impulso decisivo all’iniziale sviluppo dell’area sciabile. Sempre nel 1947 venne fondata la Sab, Società Aerosciovia Bormiese che progettò la prima seggiovia. Il tracciato partiva poco più sopra dell’attuale ski stadium di Bormio, e giungeva al Ciuk, dopo aver coperto un dislivello di 450 metri in meno di 1 km e 300 metri. La velocità della fune, sia traente che portante, era di soli 2,4 metri al secondo, ben lontana da quelle odierne. I seggiolini erano in metallo ed erano fissati su cavalletti di legno e i prezzi della risalita erano altissimi: 200 lire a corsa che facevano si che in pochi potevano permettersi questo lusso. Quest’ impianto di risalita rappresentò il primo fondamentale arroccamento di Bormio al Ciuk, luogo da dove sarebbero poi partite tutte le successive piste e gli altri impianti. Quest’impianto venne chiuso nel 1951 a causa del verificarsi di alcuni incidenti dovuti alla non ancora perfetta messa a punto di tale sistema di risalita. Intanto, in quel periodo, a cavallo tra gli anni 1953 e 1954, anche a Livigno si realizza il primo impianto di risalita. Nei medesimi anni finalmente la situazione si sblocca anche a Bormio grazie all’industriale varesino Arturo Marelli che, con l’aiuto degli imprenditori locali, fonda la società Funivie e Seggiovie di Bormio (Fu.se.b. spa). Sullo stesso tracciato del precedente impianto venne realizzata una cabinovia a due posti che, alla stazione d’arrivo del Ciuk, immetteva in altri impianti destinati a portare gli sciatori più in alto. Solo negli anni ’60 si cominciò a fare largo l’idea di sviluppare l’area sciabile del Vallecetta e si decise di puntare con decisione alla sua realizzazione. In quel periodo la Fu.se.b. passa nelle mani del Senatore Walter Fontana, imprenditore brianzolo legato a Bormio, che investe in maniera massiccia nella nuova area creando Bormio 2000. In questi anni inizia il vero e proprio boom dello sci sulle piste di Bormio e nel 1969 viene realizzata la grande funivia che porta in vetta alla cima Bianca. Nel 1973 venne quindi realizzata una identica funivia, sempre del tipo va e vieni, che collegava il troncone Bormio-Bormio 2000. Questa funivia è rimasta in funzione fino al 2004. Successivamente, il collegamento tra Bormio e il Ciuk viene completamente rifatto nel 1984, in occasione dell’assegnazione a Bormio dei mondiali di sci dell’anno successivo. Il tracciato viene mantenuto inalterato rispetto a quello della esistente cabinovia bifune Badoni realizzata nel 1955 che, già in precedenza, aveva sostituito la vecchia seggiovia monoposto descritta prima. La cabinovia del Ciuk è rimasta in funzione fino al 2007, anno della sua definitiva chiusura: con essa se ne è andato definitivamente anche un pezzo di storia dello sci bormino. Infine, gli impianti di Bormio hanno subito ulteriori notevoli cambiamenti e ammodernamenti in occasione dei mondiali di sci del 2005. I principali interventi per l’evento hanno riguardato la realizzazione di una modernissima cabinovia ad 8 posti che ora collega Bormio a Bormio 2000 in pochi minuti e la sostituzione delle principali seggiovie con impianti di ultimissima generazione. Sempre in quest’occasione si è anche provveduto a rendere più ampia l’area del Cimino e a tracciare nuovi impianti che, sostituendo quelli vecchi, hanno permesso una maggiore razionalizzazione dell’area sciabile. |
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